Museo per la storia dei movimenti contadini, dell'antifascismo e della Resistenza nelle campagne
Il Museo Cervi si trova nella bassa pianura reggiana ed è ambientato nella casa abitata dalla famiglia Cervi dal 1934, un'ampia struttura colonica sita a I Campirossi, un podere che si estende per 53 biolche reggiane (pari a circa 16 ettari) al confine fra i comuni di Gattatico e Campegine. Il Museo Cervi nasce come sviluppo della raccolta degli oggetti che la famiglia dei sette fratelli aveva conservato fin dagli anni della guerra e di quelli donati successivamente (materiali a stampa e manoscritti, riconoscimenti e decorazioni ufficiali, album, cimeli, opere d'arte).
Il materiale aveva trovato una prima sistemazione, nel corso degli anni '60 del secolo scorso, con l'ampliamento dello stabile e la creazione di un'apposita saletta. Solo nel 1975, con l'acquisto dell'immobile e del fondo da parte della Provincia di Reggio Emilia, è stato possibile iniziare un lavoro di consolidamento della struttura, conclusosi nel 2001 grazie ad un finanziamento del Ministero per i Beni Culturali. Insieme alla riqualificazione della struttura, è stato riallestito l'intero percorso di visita secondo un itinerario che partendo dalla straordinaria esperienza di vita, di lavoro, di lotta della famiglia Cervi dà testimonianza del complesso tessuto culturale, politico e sociale che caratterizza le campagne emiliane nella prima metà del XX secolo.
Il nuovo percorso si sviluppa focalizzando nella storia dei Cervi, e nella storia dell'Emilia del Novecento, alcune fasi fondamentali: il lavoro nelle campagne, l'antifascismo e la Resistenza, la costruzione della memoria dei Cervi nel dopoguerra. A conclusione dell'esposizione storica è possibile visitare le stanze in cui viveva la famiglia Cervi.
Al percorso storico si intreccia un percorso narrativo, che utilizza sia le parole lasciate da tanti protagonisti, sia alcune testimonianze video. Oltre agli oggetti e ai documenti disponibili, legati alle attività lavorative della famiglia Cervi - pochi relativi alla lotta antifascista e partigiana, numerosi per il periodo successivo alla Liberazione -, nel percorso sono possibili approfondimenti grazie a leggii tematici, carte geografiche, elaborazioni grafiche, rassegne di fonti fotografiche, filmate e documentarie.
Il Museo Cervi, fin dalla sua nascita ufficiale, è gestito dall'Istituto "Alcide Cervi", dedicato al padre dei sette fratelli fucilati dai fascisti nel '43 agli albori della lotta partigiana, è stato costituito il 24 aprile del 1972 a Reggio Emilia per iniziativa dell'Alleanza Nazionale dei Contadini (oggi Confederazione Italiana Agricoltori), dell'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia, della Provincia di Reggio Emilia, e del Comune di Gattatico.
L'Istituto nasce con lo scopo di promuovere e realizzare attività scientifiche e culturali nell'ambito degli studi e delle elaborazioni delle materie che interessano l'agricoltura e il mondo rurale, indagati sotto il profilo storico, economico, sociale, giuridico, letterario e artistico.
Il valore simbolico e storico di Casa Cervi, insieme al nome di questa famiglia straordinaria, emblema di tante altre vicende umili e generose della rinascita democratica italiana, ha fatto si che attorno all'Istituto, custode di questa memoria, si stringesse una vasta comunità di cittadini ed istituzioni.
L'Istituto Alcide Cervi gestisce il Museo Cervi, cuore operativo delle proprie attività, e la Biblioteca-Archivio "Emilio Sereni" che ospita la Biblioteca privata di queso eminente studioso a cui la struttura è dedicata, e l'"Archivio storico nazionale dei movimenti contadini italiani". Un patrimonio documentario, librario e archivistico di inestimabile valore per la storia dell'agricoltura, della società rurale e dei movimenti contadini italiani, europei ed extraeuropei.
Il lavoro contadino
Nella prima sezione del Museo, allestita nei locali della ex stalla, è presentata la storia dei Cervi come famiglia contadina, in un periodo in cui il mondo contadino emiliano era attraversato da grandi trasformazioni politiche e sociali. Sono esposti attrezzi e utensili divisi per aree tematiche e cicli produttivi: lavorazione della terra, ciclo della canapa, ciclo del vino, lavorazione del latte, apicoltura. Insieme a questo, si ritrovano le evidenze di una famiglia di agricoltori-studiosi autodidatti, convinti che la conoscenza e il progresso fossero la chiave per il riscatto delle classi rurali.
L'antifascismo e la Resistenza
Nella seconda sezione è illustrata l'attività della famiglia Cervi durante la lotta antifascista e la Resistenza, presentata nel contesto politico e sociale più generale del reggiano. A partire dalle prime azioni di boicottaggio e di protesta, matura nella famiglia una pionieristica opposizione al fascismo, che li pone all'avanguardia nel territorio reggiano nell'attività clandestina antifascista.
Attraverso alcuni testi (brani molto toccanti di Salvatore Quasimodo e Piero Calamandrei, e alcune lettere scritte dal carcere dai fratelli Cervi prima della fucilazione) viene rievocato il dramma e il dolore per l'uccisione dei sette fratelli.
Una famiglia nella memoria
La terza sezione è dedicata alla costruzione della memoria della famiglia Cervi nell'Italia del dopoguerra, dei sette fratelli uccisi, e del padre, superstite e instancabile testimone.
La visita prosegue nei locali dell'abitazione della famiglia, dove sono stati recuperati, con gli oggetti di uso quotidiano e gli arredi originali, la cucina, la cantina e due stanze da letto. Al termine della visita, gli utenti possono consolidare i contenuti del percorso con uno strumento innovativo e spettacolare: la Quadrisfera. Si tratta di un'installazione multimediale che avvolge il visitatore in un'esperienza sensoriale senza precedenti, una galleria caleidoscopica di suoni ed immagini che racchiude in pochi minuti di straordinaria intensità il senso del messaggio dei Cervi.
Il Parco agro ambientale del Museo Cervi
Nel 2005 l'Istituto Alcide Cervi, in collaborazione con il Comune di Gattatico, la Fondazione Manodori e la Provincia di Reggio Emilia, ha inaugurato il Parco Agro ambientale del Museo Cervi. Il Parco sorge in una porzione del podere agricolo annesso alla casa in cui visse e lavorò la famiglia Cervi, e rappresenta un itinerario guidato nell'ambiente naturale e culturale della media pianura padana, poichè mantiene e ricrea, nell'ambito del territorio agricolo, spazi naturali promuovendo pratiche agronomiche più rispettose dell'ambiente, contribuendo al mantenimento nel territorio di elementi del paesaggio agrario locale come, ad esempio, la piantata reggiana, oramai al limite della definitiva scomparsa.
L'impegno
In coerenza con la propria missione, il Museo promuove ricerche, studi e iniziative di carattere storico, etnografico e ambientale; notevole l'impegno rivolto alle scolaresche, che si traduce in una vasta offerta di laboratori didattici e teatrali, mentre in occasione delle principali ricorrenze nazionali vengono organizzate iniziative pubbliche sui temi della pace e della convivenza democratica.