Montecchio - Castello Estense


Dopo l'Unità d'Italia la Rocca fu adibita a carcere mandamentale e, a partire dal 1960, è sede degli Istituti Culturali del Comune.

Recenti lavori di restauro continuano a restituire eccezionali testimonianze, come il Sepolcreto carolingio (sec. VIII-X) rinvenuto nei sotterranei del Castello, che costituisce, insieme alle antiche prigioni, una delle attrattive più interessanti del complesso fortificato.

Una descrizione più ampia nella sez. "Evidenza".
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GIORNATE EUROPEE DEL PATRIMONIO

In occasione delle Giornate Europee del Patrimonio 2013 il Museo, l'Ufficio di Informazione Turistico in collaborazione con Enoteca La Galera organizzano per sabato 28 settembre  "In Galera col falsario" con attività per bambini dalle ore 18 e dalle ore 18.45 per adulti.
Informazioni e prenotazioni: Ufficio Turistico 0522 631770.
 

GIORNATA EUROPEA DELLA CULTURA EBRAICA

Domenica 29 settembre in occasione della Giornata Europea della Cultura Ebraica 2013 apertura straordinaria del cimitero ebraico dalle ore 10.30 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 18.30.
Alle ore 16, alla presenza del Sindaco Marzio Iotti e di Bruno Mussoni, rappresentatnte del KKL Italia, verrà piantato l'Albero della Memoria (a Correggio un melograno) nel piazzale antistante il cimitero.


EVENTI IN MUSEO

 

Museo
Sabato 5 ottobre 2013 alle ore 17.30 inaugura nelle sale del Museo la mostra San Francesco nell'arte a Correggio" con l'esposizione della celebre Madonna con il Bambino e i Santi Quirino e Francesco conosciuta anche come la Madonna coi limoni, attribuita al Correggio. La mostra, realizzata di concerto con la Fondazione Il Correggio e gli Amici del Correggio e del Museo Civico, rimarrà aperta fino a domenica 24 novembre 2013

 

Orari
sabato 15.30 - 18.30
domenica 10.00 - 12.30   15.30 - 18.30

 




Galleria espositiva

Sabato 14 settembre 2013 inaugura la mostra Silvia Santini "Silenzi" con la presentazione dello scultore prof. Azeglio Bertoni. Rimarrà aperta fino a domenica 20 ottobre 2013

 

Orari
sabato 15.30 - 18.30
domenica 10.00 - 12.30   15.30 - 18.30

 

Ingresso libero, catalogo in mostra 




Potete trovare ulteriori informazioni visita la pagina  Silvia Santini "Silenzi"


EVENTI

Domenica 29 settembre 2013 in occasione della Giornata della Cultura Ebraica apertura straordinaria del cimitero ebraico dalle ore 10.00 alle ore 12.30 e dalle ore 16.00 alle ore 18.30.
Disponibili presso il Museo Civico e il cimitero ebraico materiali illustrativi sulla storia del cimitero e della presenza ebraica a Correggio dalla metà del Quattrento ad oggi.
Info:  Museo "Il Correggio" tel. 0522 692806  e-mail: museo@comune.correggio.re.it; Servizio Informaturismo (dal 9 settembre) tel. 0522 631770
e-mail: turismo@comune.correggio.re.it



CONFERENZE

Domenica 14 settembre 2013 presso la Casa del Correggio - Correggio Art Home alle ore 17 Chiara Davoli e Giampaolo Buia presentano il restauro della tavola di Luigi Asioli Adone esposta dal 2 giugno scorso nella Galleria Asioli del Museo Civico.


NOVITA'

 

Da Domenica 2 giugno, nella Galleria Asioli, sarà possibile vedere l'opera "Adone" di Luigi Asioli recentemente restaurata da Chiara Davoli e Giampaolo Buia, con la collaborazione Andrea Santacesaria e Alberto Dimuccio del settore supporti dell'Opificio delle Pietre Dure (Firenze)


La sala del Rinascimento sarà invece arricchita dalla presenza dell'unica copia antica attualmente conosciuta della "Madonna di San Francesco" (1514 - 1515) di Antonio Allegri detto il Correggio, concessa gentilmente in deposito espositivo.

L'originale della "Madonna di san Francesco", posto originariamente nell'altare maggiore dell'omonima chiesa correggese, portato dagli Estensi a Modena nel Seicento e venduto nel 1746, si trova ora al museo di Dresda.

 

 

Dal 19 maggio esposizione permanente nella "Sala del Mantegna" della pregevole replica cinquecentesca de "La Zingarella" del Correggio che il collezionista Giuliano Grasselli ha voluto concedere in esposizione.


Lo Staff
Assessore alla cultura: Leda Iotti
Direttore: dott. Mario Bernabei

Orari di apertura
Mercoledì, Giovedì e Sabato: 9.00 - 12.00
Martedì, Giovedì e Venerdì: 15.00 - 18.00
Domenica e festivi: 9.30 - 12.30 e 15.00 - 18.30

Visite guidate i giorni festivi dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 18.30 o su prenotazione al 0522/861859.
Visite libere negli orari di apertura degli uffici.

Servizi ai visitatori
  • Accesso disabili
  • All'interno sono ospitati la biblioteca comunale A. Umiltà, l'ufficio scuola del Comune e l'informagiovani
La storia del Castello
In posizione strategica, a controllo del fiume Enza sul confine reggiano e parmense si confrontano i castelli di Montecchio e Montechiarugolo.

Montecchio, centro principale della media Val d'Enza reggiana, ha una storia antichissima che risale al neolitico, come testimoniano numerosi ritrovamenti archeologici preistorici e terramaricoli, reperti di epoca romana, longobarda e medioevale. Del resto Montecchio fu via di penetrazione dei Liguri, degli Etruschi e dei Romani; certamente passava da qui la "Tabularia" che univa Luceria a Taneto e Brescello. Fu feudo privilegiato di un ramo cadetto degli estensi derivante da Alfonso I e Laura Dianti e, a partire dalla metà del ‘400 fino all'Unità d'Italia, seguì le vicende del Ducato estense. Venne elevato a Marchesato nel 1562 dall'imperatore d'Austria. Conserva tuttora un bel centro storico a pianta rettangolare, definito dal perimetro delle mura bastionate quattrocentesche, a tratti ancora esistenti.

Il primitivo nucleo fortificato, il "Vetus Castrum" risale all'epoca matildica, come si desume da un documento autografo della grande contessa, datato 1114. Il luogo era però abitato in tempi più antichi, come è dimostrato da numerosi reperti alto-medioevali tra cui la necropoli carolingia sec. VIII-X visitabile nei sotterranei. Il Castello di Montecchio è una delle più interessanti architetture fortificate sorte in epoca matildica. Fu più volte assediato durante le lotte comunali, ma certo fu saldamente fortificato ad opera dei signori locali, i Vicedomini, se nel 1296 il potente Azzo d'Este lo assediò senza esito.

Durante il periodo delle signorie subì il dominio di Alberigo da Barbiano (1392-1402), Ottobono Terzi (1403-1409), Muzio Attendolo Sforza (1411-1420). Nel 1426 ritornò agli Estensi che già lo avevano occupato nel 1298 con Azzo d'Este. Montecchio fu elevato a marchesato nel 1562 sotto l'ormai consolidato dominio della casa d'Este. L'attuale struttura del castello risale al tardo medioevo. Nel 1482 Guido Torello di Torrechiara attivò un cantiere per la costruzione e la fortificazione di bastioni, cortine e fossati. Tra la fine del quattrocento e la prima metà del secolo seguente fu avviata dagli estensi un'imponente campagna di interventi per la ricostruzione degli apprestamenti difensivi, tali da raggiungere un'estensione perimetrale di 1300 metri. La nuova area recintata, destinata all'urbanizzazione civile, caratterizza il peculiare impianto del centro storico. Nel 1526 si avvertì la necessità di rafforzare le mura attraverso l'innalzamento di merli, di ricostruire le archibugiere e di riparare i torrioni.

Nel corso del XVIII secolo furono intrapresi altri lavori nella rocca. Nel 1752 si procedette all'allestimento di un teatro, collocato in una sala presso la galleria che collegava il castello alla "Rotonda". Un secolo più tardi gli interventi furono invece finalizzati alla costruzione della sequenza di portici prospicienti la piazza. La rocca, dotata di fossato (che sarà presto riaperto), chiudeva il lato di ponente dell'abitato, trovandosi così al centro di un vasto recinto fortificato, con muratura a scarpa e bastioni circolari agli angoli.

La parte più antica, tuttora visibile, è costituita dalla torre del mastio o torre dell'orologio di impianto duecentesco collegata ad una torre minore e agli spalti sul lato di nord-ovest. Entrambe sono provviste di un giro completo di piombatoi e di merlatura ghibellina coperta dal tetto. Il circuito delle mura urbane, di cui sopravvivono parti delle cortine, era costituito da un muro con scarpa, dotato di torri quadrangolari agli angoli e rompitratta lungo i lati.
Il Sepolcreto carolingio
Si tratta di un vero e proprio cimitero collettivo di più nuclei familiari e si estende ben oltre i limiti attualmente scavati; finora sono state portate alla luce 28 tombe che mostrano il rito dell'inumazione in fossa senza alcun corredo, secondo un'usanza che si collega a un processo di cristianizzazione più ortodosso e austero nel quale scompare ogni residuo di tradizione pagana.
Il percorso del Sepolcreto si completa con la vista della calcara, fornace per la produzione della calce, attiva tra il X e l'XI sec., in stretta correlazione alla costruzione del primo perimetro di cinta del Castello. A seguire vi è poi una cisterna sotterranea che raccoglieva le acque piovane del cortile interno della Rocca e tracce di fondazioni di una probabile "eclesia S. Ambrogii" nominata in un antico documento. Proseguendo nei sotterranei si incontrano le cannoniere a difesa dei bastioni. All'interno della Torre si conservano i resti di un antico "molendino" a pianta circolare funzionante dall'XI sec. con la trazione del mulo bendato.

Il piano nobile
Dal cortile interno, passando per un elegante porticato "a serliana", si sale dalla scala a chiocciola al piano nobile dove alcuni lavori di prospezione nella nicchia di una finestra murata, hanno permesso di ritrovare all'interno del Torrione un affascinante affresco. Il dipinto risale alla fine del '300 e raffigura la Madonna in trono con Bambino e Santi Giacomo e Antonio (quest'ultimo in gran parte distrutto).
E' di grande qualità sia dal punto di vista stilistico che cromatico, il che fa pensare alla mano di un maestro: si tratta di un affresco in stile gotico con rilevanti influssi giotteschi.
Procedendo ancora lungo la scala a chiocciola si giunge agli spalti e al camminameno di ronda. Ai lati due antiche prigioni (sec. XV) conservano ancora integro l'arredo e gli angusti spazi di prigionia. Nel Toricino, la cella carceraria più grande, si possono ammirare bassorilievi lignei, intagliati dai prigionieri, con figure e immagini fantastiche di grande pregio. L'altra cella, detta Galingana, contiene interessantissime iscrizioni e graffiti sui muri.

Il Torrione
Si accede poi all'imponente struttura del Torrione. Sono visibili gli eleganti archetti in pietra a trifora che ornano l'ingresso di quello che un tempo fungeva da "mastio" del Castello. All'interno è stato posto l'orologio settecentesco il cui complesso marchingegno dà l'ora sulla piazza. Sulla sommità si apre la Cella Campanaria, di impianto estense, che conserva due campane bronzee: la maggiore, del 1577, reca dedica al primo marchese di Montecchio, Alfonso d'Este, mentre la più piccola, è del 1768. Dall'alto dei 35 m. del Torrione è possibile godere di un bellissimo panorama e sullo sfondo l'Enza, oltre le imponenti murature del castello di Montechiarugolo.
All'interno delle sale del piano nobile è collocata una esposizione di ceramiche rinascimentali rinvenute negli scarichi che riempivano alcune stanze del castello poste al piano terra. Questi frammenti sono importanti per la quantità e la qualità dei manufatti che sono stati potati alla luce, grazie al paziente lavoro dei volontari del gruppo archeologico montecchiese e della Vecchia Montecchio e agli allievi del corso di restauro dell'Accademia di Belle Arti di Carrara.

Le armi antiche
Nelle sale del torrione, nel Castello di Montecchio Emilia, è stata allestita un'esposizione permanente delle armi antiche, frutto della donazione intitolata ad Andrea Umiltà, collezionista appassionato che riuscì a dare vita ad una raccolta di pistole, fucili e oggetti militari del periodo risorgimentale.
Il Comune di Montecchio Emilia ha voluto dare visibilità all'eccezionale raccolta inserendola in un contesto didattico culturale, all'interno del percorso di visita del Castello.
Le sale invitano a ricordare il periodo delle lotte risorgimentali esponendo, accanto alle armi, manichini di perfetta fattura, raffiguranti i soldati che si affrontarono nelle battaglie che funestarono la storia nazionale negli anni delle Guerre d'Indipendenza. Si può allora osservare la divisa di un soldato austriaco accanto a quella di un sodato garibaldino, la divisa di un ufficiale piemontese della seconda metà del XVIII secolo vicino a quella di un soldato francese del 1790, che anticipano idealmente la nascita dello stato italiano.
Le teche ospitano una ricca collezione di fucili ottocenteschi: armi da caccia ad avancarica e fucili militari di produzione inglese e francese con le baionette, fucili orientali, turchi ed arabi del '700 ed un fucile afgano a miccia con cavalletto. Completa l'esposizione una raccolta di pistole ed elmetti, fondine e giberne, spade di corte del XVIII secolo e fioretti da gara dei primi anni del '900.