Reggio Emilia - Musei Beni Culturali Cappuccini dell'Emilia Romagna


Il museo dei cappuccini è un luogo che documenta l'evolversi della vita culturale e religiosa, soprattutto locale, al fine di garantire il presente; i musei ecclesiastici devono essere organizzati in modo da poter comunicare il sacro, il bello, l'antico, il nuovo.

Nell'allestire le nuove sale del museo si è tenuto conto del complesso della struttura che, oltre al museo, comprende l'archivio per i manoscritti, la biblioteca per i volumi stampati, una sala conferenze per incontri e un cinema/teatro per le iniziative di carattere divulgativo.

Si è cercato di istituire un sistema che potesse continuare, nel settore dell'arte, della cultura, della ricerca e dell'intrattenimento quella che è stata la filosofia di vita dei frati Cappuccini nei quasi cinquecento anni della loro storia. Ci troviamo, quindi, di fronte ad una struttura che ha come obbiettivo primario la creazione di un luogo dove l'uomo possa attuare una riflessione su se stesso e sul suo passato; un luogo che amplia il ruolo del museo come prevalentemente conservativo per includere nuove funzionalità quali comunicazione, didattica, intrattenimento, ricerca, diffusione della cultura, collegandosi con altre strutture simili o complementari.

Gli oggetti affiancano nelle mostre i dipinti, i libri ed i manoscritti, permettendo così di costruire percorsi completi ed altamente istruttivi per i visitatori che possono in questo modo arricchire il proprio bagaglio culturale e lo spirito di immagini, simboli, notizie e informazioni che, unite in un tutto organicamente strutturato - che comprende anche gli studi della biblioteca e dell'archivio e le conferenze a tema -costituisce il vero valore aggiunto di quello che è stato definito sistema integrato di promozione culturale: Beni Culturali Cappuccini dell'Emilia Romagna.
  • Orario
  • Informazioni
  • Storia
  • Evidenza
Visite private su prenotazione.
Periodo espositivo (orario invernale):
lunedì - venerdì: 10.00 - 12.00
sabato - domenica - festivi: 15.00 - 18.00

Periodo espositivo (orario estivo):
lunedì - venerdì: 10.00 - 12.00
sabato - domenica - festivi: 16.00 - 19.00
Staff
Direttore: fr. Stefano Maria Cavazzoni Resca
Responsabile Attività Espositive: arch. Nadia Calzolari
Segreteria: Barbara Bartoli

Attività
  • Visite guidate
  • Conferenze
  • Pubblicazione della rivista "Liberarte"
  • Didattica per le scuole
  • Corsi per adulti
  • Invio newsletter delle iniziative

Informazioni aggiornate sul sito: www.museocappuccini.it

Orari
Visite private su prenotazione.
Periodo espositivo (orario invernale):
lunedì - venerdì: 10.00 - 12.00
sabato - domenica - festivi: 15.00 - 18.00

Periodo espositivo (orario estivo):
lunedì - venerdì: 10.00 - 12.00
sabato - domenica - festivi: 16.00 - 19.00

Ingresso gratuito
A ottant'anni dalla sua costituzione, nel 1927, e dopo un periodo di chiusura, il Museo dei Cappuccini di Reggio Emilia ha riaperto nel 2007 in una sede ristrutturata, con un nuovo ordinamento, frutto di ripensamenti sulla sua storia e sulla sua funzione, in un'accezione dinamica che interagisce con altre strutture museali dell'Ordine.

Storicamente, l'apertura agli aspetti etnografici e antropologici, tratto caratterizzante delle prime collezioni confluite nel convento, è all'origine del Museo cappuccino costituitosi nel 1927, in coincidenza e in corrispondenza con l'istituzione del Collegio Missionario "San Giuseppe da Leonessa" per la formazione dei giovani religiosi destinati alle missioni in Turchia. Prodotti dell'artigianato e oggetti d'arte delle terre balcaniche, ma anche curiosità naturalistiche e scientifiche, trovarono allora intelligente ordinamento grazie alle premure di padre Domenico Manfredini da Montecuccolo. Ma era inevitabile che, con il passare del tempo, a quelle testimonianze etnografiche si aggiungessero - e non solo in forza di esigenze conservative - gli oggetti di culto provenienti da altri conventi ormai chiusi.

A cavallo tra gli anni Venti e Trenta del secolo scorso, la conservazione di quelle raccolte forse non aveva ancora assunto una forma museografica vera e propria, ma il progetto era certamente formulato e di dominio pubblico. Lo dimostra l'attenzione di Augusta Ghidiglia Quintavalle, la quale nel 1935 effettuava la catalogazione dei beni artistici della chiesa e del convento dei Cappuccini, per conto della Direzione Antichità e Belle Arti del Ministero della Educazione Nazionale, non dimenticando, nel censimento selettivo adottato in quegli anni, la notevole quantità di opere e di oggetti destinati all'"organizzando Museo", per lo più provenienti "dalle Missioni dell'Ordine": immagini sacre di "ignoti Madonneri" eseguite su tavola a fondo oro, icone bizantineggianti per la privata devozione, anconette in lamina d'argento, ma anche una "collezione di monete antiche, fra le quali molte di epoca romana, alcune bizantine... altre turche". In quelle raccolte di oggetti per lo più umili, che comprendevano corone del rosario ed ex voto, catenine e medaglie, immagini religiose e carteglorie, ceramiche e statuette, rami incisi e acquasantiere, candelieri e oggetti di uso liturgico, si mescolavano prodotti popolari, manufatti artigianali e antichi utensili della quotidiana vita comunitaria cappuccina che riflettevano gli ideali di semplicità e di povertà rispondenti al primordiale rigore penitenziale delle Costituzioni dell'Ordine.
Pubblicazione della rivista "Liberarte"