Il Museo è ubicato nell'ala occidentale dei Cantieri dell'ex ARNI.
Vi si accede da un'entrata autonoma, dal Lido Po
Il percorso museale si sviluppa lungo cinque sale espositive e documenta la storia della navigazione fluviale in Emilia-Romagna, della cantieristica, delle bonifiche e del governo delle acque. Nel piazzale si trova l'imponente pirodraga 'Secchia' varata a Venezia agli inizi degli anni Trenta.
Attività
Il Museo è aperto alla collaborazione delle scuole e a tutti coloro che abbiano desiderio di arricchire con le proprie conoscenze e competenze il patrimonio conservato
Il museo è stato fondato nel 1997 a seguito di un primo allestimento di materiali della Sezione Autonoma del Genio Civile per il Po, istituita nel 1925 con compiti di manutenzione dei fondali e regolamentazione della navigazione.
Nasce poi ufficialmente nel 1999, dalla costituzione di un'Associazione di nove soci fondatori: la Provincia di Reggio Emilia, i Comuni di Boretto, Gualtieri e Guastalla, l'ARNI, le Bonifiche Bentivoglio-Enza e Parmigiana-Moglia, la CO.IN.PO (associazione di imprese- PR) e l'impresa Bacchi Aladino.
Dopo la grande piena del 2000, che ha arrecato alla struttura e agli oggetti contenuti grandi danni, il Museo è stato chiuso. Nella primavera del 2006 riapre al pubblico e alle scuole e nel 2009 prende il nuovo nome di Po 432 museo-cantiere della navigazione e del governo del fiume Po.
Ha sede nei magazzini dell'ex ARNI ora AIPO, in via Argine Cisa, 11, Boretto
La Storia del Museo è legata alla storia dell'ARNI e del CANTIERE CHEZZI.
È le Legge Regionale n.1 del 1989 ad istituire l'Azienda Regionale per la Navigazione Interna (ARNI) per gli interventi regionali nel settore della navigazione interna. Da allora l'ARNI provvede alla gestione dei servizi e delle infrastrutture relativi alle vie navigabili interne e al trasporto idroviario, operando nel campo della conservazione, della manutenzione e della realizzazione di nuove opere.
Un tempo il paese di Boretto era famoso per la cantieristica fluviale. I fratelli Chezzi ne erano i rappresentanti più abili ed apprezzati. Il loro cantiere in golena era usato dalla famiglia probabilmente fin dall'Ottocento. Aveva come laboratorio una capanna col tetto di lamiera, pochissimi attrezzi, molto impegno ed esperienza.
Ultimi del mestiere, Armando, Dante, Remo, Otello. Il bisnonno Chezzi abitava a Mezzani (PR) e lavorò per molto tempo alla costruzione di barche da ponte all'epoca in cui il ponte di Viadana era costituito da 200 barche pontiere in legno.
Il Museo si conserva l'ultima barbotta dei Chezzi in compensato marino, un catamarano da gara e un bucintoro.
La piroga, recuperata dal letto del fiume in occasione della grande secca dell'agosto 2001, misura metri 10,30 di lunghezza, è un'antica imbarcazione in uso dall'antichità fino all'Alto Medioevo.
Lo scafo presenta una serie di fori passanti chiusi da cavicchi di legno, le bande laterali hanno spessori diversi, la poppa è verticale all'esterno e obliqua all'interno, con l'imposta di una paratìa. Tutto lo scafo presenta una forma asimmetrica con le strutture di prua e di poppa orientate verso il lato destro. È in legno di quercia.
La pirodraga "Secchia" del 1933, enorme imbarcazione per l'escavazione di sabbia e ghiaia, tirata in secco, con i chiodi che cuciono le parti dello scafo ribattuti uno a uno, posta davanti al Fiume, a lato del Museo.
La draga fu costruita in modo da poter superare i bassi fondali, navigare contro la corrente del Po, trasportare la grande pompa a turbina aspirante e refluente atta ad ottenere i grandi movimenti di sabbia richiesti.
Questa draga fu costruita lentamente, come un edificio, pezzo per pezzo, con un costante controllo della geometria dello scafo, dei pesi delle parti montate connesse con "chiodi" detti "pernotti", "perni", "perni prigionieri", battuti a caldo da specialisti. Al varo dello scafo, seguiva la fase dell'allestimento, che comportava la messa in opera delle macchine e di tutte le attrezzature.
Il museo contiene un vero giacimento di macchine utensili d'epoca (utilizzate al tempo dal Genio Civile): fresatrici, calandre, affilatrici, stozzatrici, cavatrici a catena, punzonatrici, torni, frese, seghe, saldatrici, ecc.
Possiede inoltre una piccola flotta di imbarcazioni di ogni tipo, dai natanti storici a barche ancora in uso: barche "tipo Po", lance antincendio, scafi da corsa, una bettafango, una salpancora, canoe d'epoca, delle bettoline, rimorchiatori, draghe, ecc.
Infine si completa con un reparto di fonderia di tutto rispetto, una enorme dotazione di piccoli utensili di carpenteria, pialle, sgorbie, scalpelli per la calafatazione, di attrezzature di bordo, di bellissime ancore e eliche, di timoni, tutti costruiti in cantiere, di cumuli di catene e di una ricca dotazione di segnaletica del fiume.
Il reparto di forgiatura, tuttora integro, espone modelli lignei per la carpenteria dei grandi raccordi per le pompe di dragaggio, semilavorati, crogiuoli, lingotti, tenaglie.
via Argine, 11
Boretto
(mappa)
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